Breve storia della musica jazz

Sono contento e assai lusingato di licenziare questo ‘manualaccio’ o jazz-baedeker, quasi una breve guida al contempo classica e innovativa, utilizzando gli appunti preparati, negli ultimi tempi, per lezioni, conferenze, dibattiti, corsi sulla storia del jazz che da molti anni in qua tengo nelle più disparate occasioni: università, conservatori, accademie, jazz-club, circoli culturali.

Riordinando questi scritti, cerco da un lato di mantenere il mio tono un po’ colloquiale e didattico, dall’altro di confermare l’assunto socio-antropologico con il quale, da sempre, affronto il problema della musica afroamericana, in relazione all’apporto culturale, estetico, mediale, comunicativo del jazz nel mondo, sacrificando o riducendo, di proposito, il pur fondamentale discorso di musicologia.

Il maggior coinvolgimento dei contenuti piuttosto che delle forme musicali viene dunque tradotto in una panoramica storico-critica che non ha tanto pretese di completezza, quanto, assai più ‘modestamente’, di sintesi ed esemplarità, nonostante mi renda subito conto di come risulti difficilissimo ritoccare in eccesso più che in difetto, aggiungere invece di sottrarre. In tal senso che, al di là dei jazzmen fondamentali, mi rendo perfettamente conto di come sia molto arduo tentare un compendio di poche decine di pagine senza il rischio di trascurare qualche argomento importante, si tratti anche solo del nome di un jazzista o di qualche riflessione su una corrente minore.

Dunque nella piena consapevolezza, anche se evito controlli polizieschi, sicuramente mancherà qualcuno all’appello; all’ultimo momento, chissà, forse avrò magari dimenticato di aggiungere il piccolo grande musicista che tanto prediligo; ma mi assumo al cento per cento la responsabilità di un lavoro che per sua natura obiettiva (il limite di pagine che mi impongo fin dall’inizio), non può e non vuole pretendere di arrivare all’esaustività, soprattutto nello stilare la lista dei jazzmen migliori.

Guido Michelone, docente di Storia del Jazz al Conservatorio Vivaldi di Alessandria, insegna Storia della Musica Afroamericana al Master in Comunicazione Musicale per la Discografia e i Media dell’Università Cattolica di Milano. È poeta, romanziere, critico musicale per le riviste ‘Alias’, ‘Buscadero’, ‘Musica Jazz’, ‘Veneziamusica’ e autore di una ventina di libri di argomento musicale. Tra i suoi lavori: Il jazz-film (1997),Bibidi bobidibù (1998), Senti un pop (2001), I Beatles un mito dalla A alla Z (2003), Imagine (2004), Ci vuole orecchio (2005), Narradiohead(2008).